Articolo Salute Sana alimentazione
Il latte, un alimento consigliato o da evitare? freccemercoledì 13 agosto 2014      


Il latte, il latte vaccino ovviamente, è oggi oggetto di una serie di riflessioni da parte non solo di coloro che preferiscono non consumare alimenti di derivazione animale, ma anche da una parte del mondo scientifico. Ritenuto un alimento quasi indispensabile per la salute in quanto  fonte significativa di calcio, quindi  fondamentale per la salute delle ossa, negli ultimi anni sembra invece essere rivalutato, in negativo, in quanto i suoi effetti potrebbero invece non essere quelli che si credono, ma l’esatto contrario. Del resto, anche gli esperti nutrizionisti della Harvard University hanno eliminato il latte e i latticini dalla loro guida per una sana alimentazione, la Healthy Eating Plate, guida che si basa solo ed esclusivamente sulle migliori e più recenti conoscenze scientifiche disponibili e, se lo dice una organizzazione americana con sede in un paese, appunto gli Stati Uniti,  dove l’allevamento del bestiame è molto diffusa, vuol dire che veramente c’è qualche cosa che non va nel latte.

Naturalmente ciascuno potrà fare le proprie valutazioni e quindi comportarsi di conseguenza, ma le ragioni che indurrebbero a non consumare il latte vaccino sono diverse e tutte ragionevoli. In primo luogo, secondo coloro che sostengono che il latte vaccino è da evitare, in natura nessun mammifero assume il latte oltre il periodo dello svezzamento e certamente  non di una specie diversa. I casi che vengono riportati dai media di cani o gatti che allattano cuccioli di specie diverse, sono casi eccezionali, ma comunque che non vanno oltre il periodo dello svezzamento. Il latte è necessario durante i primi anni di vita che corrispondono al periodo della crescita, ma poi sembra non fare più bene perché la maggior parte delle persone perde l’enzima lattasi, utile per la digestione delle proteine del latte, per cui sarebbe indigesto.

Il latte è un alimento acidificante, per cui l’organismo per cercare di riequilibrare il suo ph, preleva dall’organismo, e nello specifico dalle ossa, un minerale basificante, il calcio, per cui avrebbe l’effetto contrario di quello che invece si crede avvenga nell’organismo, ovvero fortificare le ossa, ma in sostanza le indebolisce, esponendole più facilmente a  problemi di osteoporosi. È anche noto che il giusto equilibrio del ph dell’organismo è molto importante, come è possibile leggere anche qui, perché un ambiente acido è favorevole all’insorgere di diverse patologie, tra queste il cancro, mentre una condizione tendente al basico, o quantomeno in equilibrio, è sinonimo di buona salute.

I fattori di crescita e gli ormoni che sono presenti nel latte vaccino sono adatti al vitello, il quale ne trarrà il massimo beneficio, mentre nell’uomo sembra avvenire il contrario.  Il fatto stesso che esistono tante persone che  sono intolleranti al latte dovrebbe far sorgere qualche dubbio sul fatto che tale alimento sia indicato all’uomo. C’è poi chi sostiene che la caseina non è adatta all’organismo umano e che quindi potrebbe essere  causa di non pochi problemi. Quindi, le ragioni di chi sostiene che il latte vaccino debba essere evitato sono diverse, anche se non tutte qui riportate, se vogliamo anche ragionevoli, e alcune sostenute anche da evidenze scientifiche. Allora come comportarsi? Quali alternative al latte vaccino? Ciascuno, come detto in precedenza, trarrà le proprie conclusioni e si comporterà di conseguenza.  Di alternative ne esistono diverse, alcune anche ottime fonte di calcio, che comunque si ricorda che è presente anche nel mondo vegetale, legumi compresi.

Il latte di soia, povero di grassi e di calorie, ma ricco di vitamine A, E, B, Sali minerali e fibre. In commercio è facilmente reperibile anche quello addizionato con calcio che contiene l’equivalente di una analoga confezione di latte vaccino. Meglio scegliere quello da agricoltura biologica, perché così si evita di acquistare un prodotto che contenga soia geneticamente modificata.

Il latte di riso, ricco di zuccheri semplici, fibre, Sali minerali,  e vitamine dei gruppi A, B e D. è povero di grassi e di proteine, e viene solitamente addizionato con dell’olio vegetale, solitamente quello di girasole, ma bisogna leggere attentamente l’etichetta per assicurarsi che provenga da spremitura a freddo e da produzione biologica.

Il latte d’avena, meno conosciuto, ma ricco di acido folico, vitamina E, fibre e zuccheri semplici subito utilizzabili. La sua più grande virtù è quella di ridurre il colesterolo LDL, e inoltre ha poche calorie e pochi grassi. Anche in questo caso valgono le stesse raccomandazioni circa il tipo di olio di semi aggiunto.

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Il latte, il latte vaccino ovviamente, è oggi oggetto di una serie di riflessioni da parte non solo di coloro che preferiscono non consumare alimenti di derivazione animale, ma anche da una parte del mondo scientifico. Ritenuto un alimento quasi indispensabile per la salute in quanto  fonte significativa di calcio, quindi  fondamentale per la salute delle ossa, negli ultimi anni sembra invece essere rivalutato, in negativo, in quanto i suoi effetti potrebbero invece non essere quelli che si credono, ma l’esatto contrario. Del resto, anche gli esperti nutrizionisti della Harvard University hanno eliminato il latte e i latticini dalla loro guida per una sana alimentazione, la Healthy Eating Plate, guida che si basa solo ed esclusivamente sulle migliori e più recenti conoscenze scientifiche disponibili e, se lo dice una organizzazione americana con sede in un paese, appunto gli Stati Uniti,  dove l’allevamento del bestiame è molto diffusa, vuol dire che veramente c’è qualche cosa che non va nel latte.

Naturalmente ciascuno potrà fare le proprie valutazioni e quindi comportarsi di conseguenza, ma le ragioni che indurrebbero a non consumare il latte vaccino sono diverse e tutte ragionevoli. In primo luogo, secondo coloro che sostengono che il latte vaccino è da evitare, in natura nessun mammifero assume il latte oltre il periodo dello svezzamento e certamente  non di una specie diversa. I casi che vengono riportati dai media di cani o gatti che allattano cuccioli di specie diverse, sono casi eccezionali, ma comunque che non vanno oltre il periodo dello svezzamento. Il latte è necessario durante i primi anni di vita che corrispondono al periodo della crescita, ma poi sembra non fare più bene perché la maggior parte delle persone perde l’enzima lattasi, utile per la digestione delle proteine del latte, per cui sarebbe indigesto.

Il latte è un alimento acidificante, per cui l’organismo per cercare di riequilibrare il suo ph, preleva dall’organismo, e nello specifico dalle ossa, un minerale basificante, il calcio, per cui avrebbe l’effetto contrario di quello che invece si crede avvenga nell’organismo, ovvero fortificare le ossa, ma in sostanza le indebolisce, esponendole più facilmente a  problemi di osteoporosi. È anche noto che il giusto equilibrio del ph dell’organismo è molto importante, come è possibile leggere anche qui, perché un ambiente acido è favorevole all’insorgere di diverse patologie, tra queste il cancro, mentre una condizione tendente al basico, o quantomeno in equilibrio, è sinonimo di buona salute.

I fattori di crescita e gli ormoni che sono presenti nel latte vaccino sono adatti al vitello, il quale ne trarrà il massimo beneficio, mentre nell’uomo sembra avvenire il contrario.  Il fatto stesso che esistono tante persone che  sono intolleranti al latte dovrebbe far sorgere qualche dubbio sul fatto che tale alimento sia indicato all’uomo. C’è poi chi sostiene che la caseina non è adatta all’organismo umano e che quindi potrebbe essere  causa di non pochi problemi. Quindi, le ragioni di chi sostiene che il latte vaccino debba essere evitato sono diverse, anche se non tutte qui riportate, se vogliamo anche ragionevoli, e alcune sostenute anche da evidenze scientifiche. Allora come comportarsi? Quali alternative al latte vaccino? Ciascuno, come detto in precedenza, trarrà le proprie conclusioni e si comporterà di conseguenza.  Di alternative ne esistono diverse, alcune anche ottime fonte di calcio, che comunque si ricorda che è presente anche nel mondo vegetale, legumi compresi.

Il latte di soia, povero di grassi e di calorie, ma ricco di vitamine A, E, B, Sali minerali e fibre. In commercio è facilmente reperibile anche quello addizionato con calcio che contiene l’equivalente di una analoga confezione di latte vaccino. Meglio scegliere quello da agricoltura biologica, perché così si evita di acquistare un prodotto che contenga soia geneticamente modificata.

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Il latte d’avena, meno conosciuto, ma ricco di acido folico, vitamina E, fibre e zuccheri semplici subito utilizzabili. La sua più grande virtù è quella di ridurre il colesterolo LDL, e inoltre ha poche calorie e pochi grassi. Anche in questo caso valgono le stesse raccomandazioni circa il tipo di olio di semi aggiunto.

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